Giannoccolo crede nel primato del documento senza farne tuttavia un feticcio. Prestandosi a letture plurime si mostra convinto che al documento bisogna accostarsi con sapienza e scienza, conoscendo l’uso che ne hanno fatto altri storici e la necessità di riposizionarlo all’interno del contesto in cui si è scelto di inserire il racconto storico, disdegnando forzature euristiche e rifiutando di curvarlo in maniera strumentale a tesi precostituite.
Giannoccolo non ha scritto questo libro sulla Resistenza con l’obiettivo esclusivo di restaurare la verità storica (quella cioè che si può ragionevolmente e rigorosamente ricostruire con le tracce documentarie rintracciabili nei diversi archivi) deturpata recentemente da una serie di pamphlet propagandistici e privi di valore storiografico, ma di rimettere al centro della ricerca la nascita della democrazia in Italia, argomento che dovrebbe interessare soprattutto le giovani generazioni in un periodo di spaesamento morale e di generale indifferenza politica come quello che viviamo. Disprezza i pifferai del nulla che approfittano di questa difficile congiuntura per vendere i loro avvelenati prodotti e cerca di porre un argine a questa deriva. Lo fa nel migliore dei modi, tornando a rileggere il passato con la lente dello studioso impegnato e indicando la strada per recuperare valori e ideali oggi smarriti.