... Il romanzo si sviluppa, prendendo a pretesto il giallo dell’omicidio, con una scrittura ferrea, inesorabile e colma di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – quintessenza purissima della vicenda umana – e le note dolenti del tempo compreso il rapporto tra Stato e anti-Stato (la mafia dell’epoca in cui le parole vengono asservite dal narratore a ricostruire la realtà storica in modo, come detto, fedele). La consapevolezza di una quasi ineluttabilità dei fatti nel libro si unisce a una sorta di leggerezza, con la narrazione di una storia d’amore, e di naturalezza. Ciò che sin dalla notte dei tempi donne e uomini si trovano a “vivere” loro malgrado e ad affrontare anche senza complicità o inganni. Nel primo dopoguerra, come con ogni probabilità anche ai nostri giorni.
Paolo Spalluto
... Nell’articolazione del romanzo perfetto è l’equilibrio della storia ottenuto da Claudio Taurino col sovrapporsi dei tempi, delle scene, delle tonalità psicologiche fondamentali. E magistrale è l’impiego di figure che, dall’una all’altra parte del romanzo, sembrano incaricate di immettere nell’accadere dei fatti la linfa segreta
di una consapevolezza superiore. Non c’è potere terreno che possa cancellare la tragedia, ma è anche vero che, in una prospettiva più ampia, ogni tragedia rivela una fiaba e dunque una morale e un proposito. È un insegnamento filosofico, questo, sottile e illuminante, tanto più credibile quanto più non è sovrapposto in maniera astratta e pedagogica alla bellezza del racconto, ma ne scaturisce come una conseguenza naturale. Claudio Taurino non intende insegnare nulla a nessuno, occupato com’è a giocarsi, dalla prima all’ultima pagina, la sua partita.
Salvatore Cosentino