Questo romanzo partendo da una storia di un duplice omicidio, riporta alla luce uno dei più terribili fenomeni criminali degli ultimi anni: il traffico di organi. Un vero e proprio “mercato” internazionale a cui sembra difficilissimo porre un argine.
Non a caso, il Global Financial Integrity di Washington, fondazione no-profit considerata uno dei più importanti centri di analisi sui flussi finanziari illeciti, ha dichiarato che circa il 10% dei 180.000 trapianti praticati ogni anno sia illegale, e frutti al mercato nero e alle mafie fino a 1,4 miliardi di dollari.
Secondo i dati del progetto Counter - Trafficking Data Collaborative, gestito dall’International Organization for Migration (Iom), a inizio aprile 2020, il fenomeno del traffico di persone e di organi ha coinvolto più di 91.000 casi, afferenti a 169 Paesi diversi.
Stima che comprende le vendite dei cinque organi maggiormente richiesti sul mercato: reni, fegato, polmoni, cuore e pancreas. I primi due, che possono provenire anche da donatori viventi, sono i più comuni e meno costosi. I trapianti di organi interi hanno invece un prezzo più elevato perché richiedono donatori deceduti.
E proprio grazie alla riflessione indotta dall’analisi di questo triste, quanto preoccupante fenomeno, che ci ritroviamo catapultati in Puglia, ad Otranto – durante l’indagine su un duplice omicidio – a riflettere anche sulla vita e sulle decisioni prese dai due protagonisti – il Commissario Capo Nicola Romano appena trasferito dal Commissariato Prati di Roma, e l’Ispettrice, Carla Cattaneo, giunta ad Otranto dalla Valtellina una decina di anni prima – che attraverso il dipanarsi dell’indagine ci portano a riflettere sulla “vita” reale, fatta di scelte o non scelte, di “bivi” e di strade da intraprendere.
Perché come ci ricorda l’autore «scegliere, però, non è mai semplice» visto che: «I nostri occhi vedono non ciò che realmente è, ma ciò che la nostra mente vuole vedere». Chiunque legga il libro può ritrovarsi in questa frase.
(dalla prefazione di Alberto Lapenna)